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  • Immagine del redattoreFlavia Novelli

Poetry Sound Library, la mappa sonora poetica mondiale Intervista all’ideatrice Giovanna Iorio



«Ciò che nel linguaggio meglio si comprende non è la parola, bensì la musica che sta dietro alle parole, la passione dietro questa musica, la personalità dietro a questa passione: quindi tutto quanto non può essere scritto.» Friedrich Nietzsche


Le voci di Bertolt Brecht, Bukowski, Montale, Ungaretti, Apollinaire, Prévert, Neruda, Celan, Alda Merini, Amelia Rosselli, Sylvia Plath, Umberto Saba e di tantissimi altri grandi poeti del passato, insieme a quelle di centinaia di autori contemporanei, sono ora ascoltabili sul web con un semplice click.

Dal 4 novembre 2018, infatti, sul sito Poetrysoundlibrary.weebly.com, le voci poetiche del passato e del presente, comprese quelle di poeti in erba ed esordienti, sono “geolocalizzate” su una mappa sonora poetica mondiale: una mappa interattiva raffigurante il planisfero, in cui ciascun poeta è indicato con una bandierina in corrispondenza del luogo di nascita. Cliccando sulla bandierina, o nell’elenco esposto al lato, si può ascoltare una poesia declamata dall’autore in lingua originaria e leggere una nota di presentazione bio-bibliografica. Impossibile resistere al fascino della voce calda di Neruda che recita “Buenos días… ¿Puedo pasar?”, di Alda Merini che legge “La carne e il sospiro”, di Pasolini con la sua “Poesia in forma di rosa”, di Montale con “Forse un mattino andando”, o delle voci contemporanee di Dacia Maraini, Milo De Angelis, Antonella Anedda, Biancamaria Frabotta, Chandra Livia Candiani, Elio Pecora, Franco Arminio, Rupi Kaur, Vivian Lamarque… Per gli amanti della poesia, un paradiso digitale in cui trascorrere ore e ore in poetico ascolto!

L’ideatrice di questo innovativo progetto no-profit, realizzato a beneficio dei singoli, delle comunità letterarie, editori e festival, è Giovanna Iorio, poetessa e artista del suono romana residente a Londra, alla quale va il merito di essere riuscita a far dialogare il linguaggio poetico con quello tecnologico. A supportare lo sviluppo del progetto, che ad oggi conta circa 1.000 voci e oltre 50.000 ascolti, ci sono archivi di importanti università, soprattutto americane, gruppi di poesia, riviste e numerosi “ambasciatori della voce” (come li ha battezzati Giovanna Iorio), ovvero referenti sul territorio del progetto con il compito di condividere e diffondere l’iniziativa e assicurare una partecipazione capillare, anche attraverso il recupero di voci o le registrazioni dal vivo.

La mappa, come afferma la stessa Iorio, «Può contenere, e di fatto contiene, gli archivi di tutto il mondo e i poeti di ogni epoca e luogo. Proprio come un nuovo mondo, sogna di ospitare tutte le voci poetiche e per questo è un progetto che non verrà mai completato, può solo desiderare di essere portato a termine […] Ha potenzialità ancora inesplorate: offre agli studiosi della voce uno strumento comparativo, mette insieme poeti di tutto il mondo e di ogni lingua. Agli amanti della poesia dà accesso alle voci senza chiedere nulla in cambio, solo l’ascolto. Stimola la curiosità di chi non si è mai imbattuto in un poeta, invita chi non ha mai comprato un libro di poesie ad entrare, desidera conquistare chi crede che la poesia sia noiosa e solo “per gli addetti ai lavori”. I numeri della mappa testimoniano uno straordinario fenomeno, interessante anche solo da un punto di vista antropologico: […] Con più di cinquantamila ascolti da ogni parte del pianeta questo progetto rivela un inaspettato desiderio soprattutto dei poeti più giovani ed emergenti: quello di essere ascoltati e ascoltare, di far parte di una comunità mondiale.»



La prima presentazione nazionale della Poetry Sound Library si è tenuta il 14 aprile 2019 a Roma, presso il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di via Nizza. Alla conferenza, durante la quale è stato proiettato il suggestivo video Pangea, Voices of the planet of poets e sono stati esposti elaborati contenenti riflessioni sul senso della mappatura e sulla ‘Voce’ (disponibili ora in e-book), sono intervenuti trenta autori e poeti presenti sulla mappa e, naturalmente, Giovanna Iorio, con la quale conversiamo oggi.






1. Giovanna, la prima domanda inevitabilmente è: come ti è venuto in mente di creare una mappa sonora della poesia?

Le mappe e i suoni sono due passioni che sto coltivando ormai da anni e a Londra, dove da due anni studio sound art, sto facendo delle installazioni sonore, lavorando molto con il suono e con la voce. Le mappe le trovo affascinanti e mi piaceva l’idea di unire le voci dei poeti ai luoghi geografici.

2. Dall’idea iniziale alla sua realizzazione. Raccontaci come è andata.

Inizialmente ho dovuto acquisire le capacità, soprattutto tecniche, per mettere insieme queste due idee. Quando sono riuscita tecnicamente a farlo, è nata Poetry Sound Library. Per quello che riguarda la mappa, sono riuscita a farmi aiutare da dei tecnici che hanno fatto esattamente quello che volevo e adesso io mi occupo della gestione della mappa con un apposito programma.

3. Come sono stati recuperati gli audio dei poeti scomparsi?

Per i file sonori sono andata a cercare nei grandi archivi sonori che ci sono online, poi ho fatto degli inviti più personali e sui social network e ho ricevuto centinaia di registrazioni.

4. C’è una voce poetica del passato che più di altre ti ha emozionato ascoltare?

Devo dire che ogni volta che ne scopro una che non conosco mi emoziona particolarmente. A volte sono dei poeti che ho letto, esempio Sylvia Plath. L’avevo letta, letta, letta e mi ha emozionato davvero tantissimo, anche perché credo che la sua lettura sia parte integrante della sua poesia, è proprio come se tu riuscissi a entrare nelle parole, nel ritmo, legge benissimo, insomma. E poi anche Amelia Rosselli, devo dire. Oddio sono tutte donne, aspetta che ne dico altri: Prévert, per esempio, perché lì mi incuriosiva una poesia percepita spesso come “facile”, mentre ascoltandolo capisci che in realtà più che facile è musicale. Quando lui recita è proprio come se cantasse, è una poesia molto vicina al suono, alla musica. E ci sono anche dei poeti che misteriosamente erano scomparsi, magari non sapevo neanche che esistessero, e qui sono anche delle scoperte personali, che sono felice di aver ritirato fuori. Poi c’è l’Akhmatova e, tra i contemporanei, Hiromi Itō, dal Giappone, che secondo me è una poetessa fantastica, che ho scoperto proprio per la mappa. Mi sono proprio innamorata dei suoi testi, che ovviamente ho letto in traduzione perché, come sai, nella Poetry Sound Library esiste l’obbligo dell’ascolto in lingua originale, anche per avere questa sensazione di smarrimento, di ascolto solo del suono e del ritmo, non del senso, che poi ovviamente la curiosità ti porta a cercare nella traduzione. Dall’Islanda c’è Magdun Sigursson, che secondo me ha una voce e una lettura molto interessante e Karin Boye, dalla Svezia, che ha avuto una fine tragica, scegliendo una morte anche molto simbolica, legata all’acqua. Lei mi affascina molto ed è particolarmente interessante.

5. Oltre al repertorio delle grandi voci del passato, la mappa ospita l’oralità poetica contemporanea rappresentata sia da poeti affermati che da poeti esordienti e inediti. Puoi dirci quali sono state le motivazioni alla base della scelta di dare voce a tutti senza operare una selezione?

L’idea della mappa è di dare una fotografia di quello che è la poesia in questo momento. In realtà all’inizio io pensavo non tanto a poeti singoli ma a Festival di poesia, che sulla mappa sono molto importanti e sono un po’ delle isole che invitano altri poeti e rimandano ad altri poeti. Poi, anche grazie agli ambasciatori del progetto, sono cominciate ad arrivare le registrazioni di molti poeti che hanno una buona capacità comunicativa, che hanno già fatto esperienze di letture e performance. Però non ho voluto lasciare indietro chi non ha questa possibilità di esibirsi, chi vive magari in paesi isolati, chi vive lontano da tutto e da tutti, per ragioni geografiche ma anche politiche e che ha difficoltà ad entrare in un circuito d’ascolto.Ogni poeta, anche quello che scrive nell’angolo più remoto del pianeta, può essere visibile e ascoltato sulla Poetry Sound Library. È una possibilità. Non è un concorso, non è mai nato come un concorso, è un’istallazione permanente. Per me è un prodotto artistico.

6. Uno degli aspetti più interessanti del tuo progetto è il suo essere in continuo divenire, grazie al contributo di quanti credono nell’importanza della poesia. Puoi anticiparci se sono previste nuove collaborazioni o sviluppi?

Siccome questo progetto l’ho fatto non come poeta ma come sound artist, mi piace molto l’idea dell’installazione e quando ho visto questa polifonia di voci sulla mappa ho cominciato a pensare che le voci siano anche delle tracce sonore uniche. Ho quindi ricavato, da alcune voci di poeti che ho scelto, degli spettrogrammi da cui poi ho realizzato delle riproduzioni colorate, artistiche, della traccia indelebile della voce del poeta. Sono dei “Voice portrait”, dove la voce del poeta è trasformata in quadro. Adesso a Bath c’è il Fringe Festival, che si è inaugurato il 24 maggio e durerà fino al 9 giugno, e li porterò una selezione di 12 ritratti, in formato ridotto. Invece a novembre ci sarà una mostra a Londra che durerà due mesi dove all’opposto saranno esposte delle gigantografie e sarà multimediale, con la possibilità di immergersi nel sonoro attraverso i colori. Questo è il progetto a cui sto lavorando.



Ma la Poetry Sound Library sta funzionando benissimo anche a scuola. Mi avevano invitato e ho presentato il progetto al Liceo Tasso di Salerno, con l’associazione Alfonso Gatto. Sto sentendo dei poeti, sia in Francia che in Italia, che usano la Poetry Sound Library in classe e quindi ho creato un piccolo gruppo di persone che spero mi aiuteranno a creare “Poetry Sound Library Scuola”. É una cosa a cui tengo molto perché io, fra l’altro, insegno poesia nelle scuole e so che si fa fatica a coinvolgere e avvicinare, però questa mappa aiuta molto perché è facile da usare e poi è il linguaggio dei giovani, è multimediale. Vorrei anche cominciare a fare dei lavori un po’ più approfonditi, una specie di sentieri, di passeggiate sonore all’interno della mappa, unendo sia il mezzo visivo – la passeggiata Google Maps praticamente, incontrando l’omino giallo – sia l’ascolto. Tutto questo si fa nel tempo libero, senza fondi, con lo spirito di diffondere la poesia.

Se sei un/a poeta e vuoi apparire sulla mappa, puoi inviare la registrazione della lettura di una tua poesia compilando il form online.


Articolo pubblicato su Librinews

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