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Esistono storie più straordinarie di quelle d'amore?
Sì, le storie d'amore fra poeti: impossibili, eterne, struggenti, tormentate, sempre ricche di indimenticabili parole.
Amori diVersi racconta queste grandi storie d'amore attraverso le parole degli stessi protagonisti: le parole degli scambi epistolari, dei diari e delle poesie che si sono dedicati. Ad arricchire la narrazione, la società, gli avvenimenti e i personaggi che ne fanno da sfondo.
Ma cosa è l'amore di un poeta? Quali peculiarità porta con sé una storia d'amore in cui da entrambe le parti si affida al linguaggio lirico l'esternazione dei sentimenti e della propria interiorità? Quelli fra poeti sono "Amori di-versi", amori in cui il sentimento e la scrittura si influenzano a vicenda. Tra due poeti l'amore si nutre di versi. La parola scritta diventa il centro gravitazionale della relazione d'amore; intorno ad essa ruotano e vi precipitano i sentimenti. Scambi culturali, dichiarazioni d'amore, litigi, gelosie, proposte ardite e tenere effusioni si dipanano sulle pagine di diari, lettere e poesie. Ed è grazie a queste scritture dense di vita che è possibile ricostruire e immergersi nelle grandi storie d'amore che hanno unito alcuni tra i più importanti poeti degli ultimi due secoli.
Amori platonici, passionali, estemporanei, eterni, dirompenti, devastanti, edificanti o distruttivi; storie diverse e distanti l'una dall'altra, ma tutte indissolubilmente legate dal collante della poesia e della parola scritta.
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Con un intervento di Alessandro Quasimodo.
VERSI UMANI
Progetto cultura, 2020
Versi umani, una raccolta di poesie per tradurre in versi il lamento di una società che rischia di perdere la propria umanità.
Alla violenza del linguaggio che pervade il dibattito pubblico e l’agorà virtuale dei social, con forme espressive a volte così primitive e istintive da ricordare i versi animali, la poesia può (e deve) contrapporre versi umani, richiamando all’uso della riflessione, del sentimento e dell’empatia.
Del resto, come sosteneva John Keating, “Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana”.
A ricordarci che siamo tutti membri della stessa razza umana, è arrivato un piccolo, invisibile, nemico, un virus che ha stravolto le nostre esistenze, mostrandoci tutti ugualmente fragili e indifesi, ma forse più empatici e solidari. Poesie che parlano dunque di indifferenti e odiatori seriali, ma soprattutto di migranti, di emarginati, di donne e bambini/e vittime di violenza, di persone colpite da un virus letale e di altre che spendono la propria vita per contrastarne gli effetti e la diffusione, nel tentativo di suscitare delle emozioni che possano restituire nomi, volti e storie a chi è spesso considerato solo un numero o un’entità astratta.
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H.E. Herald Editore, 2018
Poesie che parlano della vita, dei problemi e della forza delle donne, di stereotipi di genere, di amori malati, di violenza e femminicidio, di donne migranti.
Nella prima parte sono raccolte poesie che trattano gli aspetti più vari dell’universo femminile: la complessità e la bellezza dell’essere donna; la maternità e la libera scelta di non essere madre; il lavoro e le difficoltà di carriera; i sogni e le passioni dell’età giovanile e della senilità; il rapporto con il proprio corpo e la sessualità; gli stereotipi e i modelli che la società impone alle donne.
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Montag, 2019
Parole nude, impudiche e sincere, senza il filtro e l'abito dell'elaborazione del pensiero razionale. Poesie nate da un fluire libero di pensieri ed emozioni, da una fretta di trovare forma ed evidenza prima di svanire nell'oblio. Amori vissuti, perduti, desiderati, immaginati, tormenti e desideri, nostalgia, lo scorrere del tempo, delle tante anime che convivono e confliggono nel proprio io. Poesie alla ricerca di risposte impossibili. Parole notturne che nascono nel buio e nel silenzio di ore tarde e nelle quali è più semplice distaccarsi dalla quotidianità e avventurarsi nelle profondità dei mondi interiori, con l'incoscienza e l'imprudenza che solo la notte, il vino e la poesia sanno regalare.
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Otto mesi di giorni diversi rivelati in una sorta di diario poetico. Così descriverei questa raccolta di poesie. Un flusso quotidiano di pensieri, turbamenti, sentimenti ed emozioni a cui le parole danno voce in una fase particolare della mia vita.
Mesi intossicati da vicende dolorose che mi hanno portato a riscoprire il potere balsamico della parola scritta e in cui la poesia è andata colonizzando spazi sempre più ampi del mio tempo e del mio sentire, in modo anche invadente, spesso dolente, direi quasi ossessivo.
Mesi in cui trascorro le serate a scrivere, nel solitario silenzio del mio piccolo balcone, il mio “posto delle fragole”, come amo definirlo. Momenti sospesi in cui mi sembra spesso di scrivere “sotto dettatura”, senza il filtro del ragionamento, della riflessione, con urgenza, per non perdere il fluire delle parole che mi scorrono veloci nella mente; altre volte faccio da filtro e interprete ad emozioni, immagini e suggestioni che per tutto il giorno mi hanno inseguito alla ricerca di una forma scritta. Parlo di “immagini” non a caso, perché ogni poesia scritta e pubblicata sulla mia pagina Facebook è corredata da una foto che in qualche modo ne condivide e completa il messaggio. Non di rado la ricerca dell’immagine adatta richiede una cura pari a quella delle parole, altre volte è addirittura dalla visione di una foto o di un quadro che prende vita una poesia.
L’amore è il filo rosso a cui si annodano molte mie parole per tessere storie di amori invisibili, vissuti, perduti, desiderati, immaginati, spiati; amori per una figlia, per un genitore, per un’amica. altri fili, altre parole, si intrecciano in un groviglio che riflette quello interiore e la difficoltà di dipanare la complessità di un’anima in cui convivono, come in un caleidoscopio di emozioni, i colori della tristezza, del senso di vuoto, della perdita, dell’assenza, del desiderio insaziabile di afferrare in modo pieno la vita.
In questa dimensione intima del sentire entra spesso violento il mondo esterno con il suo carico di sofferenze e di umane vicende e allora le parole si tendono ad abbracciare le vite degli altri: delle donne vittime di violenza, dei bambini violati, di chi vive nella solitudine e nell’abbandono, di chi fugge dalle guerre…
Perché per me la poesia ha due grandi poteri, apparentemente in contrasto fra loro: quello di farti sprofondare dentro te stessa, costringendoti a mostrare nuda la tua anima e quello di spingerti fuori da te per vivere le vite degli altri, per sentire l’altrui sentire.
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