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TRADUZIONI
IN PORTOGHESE

Il 28 novembre 2016 ricevo, sulla mia pagina Facebook, questo messaggio:

“Ciao, ho tradotto una tua poesia che mi è molto piaciuta. Ti copio la traduzione. Se mi dai il permesso domani, dalla tua pagina, la condividirei e poi posterei la traduzione, per farla conoscere anche in Brasile.”

 

A scrivermi è Marta Gomez de Sousa, docente, traduttrice e interprete da e per l'italiano e il portoghese, mediatrice culturale, con esperienza di lavoro presso le Nazioni Unite (FAO, WFP, UNOPS), Ministero degli Affari Esteri, Consiglio Superiore della Magistratura, Istituto Superiore della Sanità, Università degli Studi La Sapienza di Roma, Provincia (Commissione Permanente per guida turistica di Roma e Provincia).

Non ci conosciamo, ha intercettato casualmente le mie poesie sul web.

Da quel primo messaggio, abbiamo continuato a scriverci e lei ha continuato a tradurre alcune mie poesie in portoghese, una lingua che amo.

Quando ho presentato il mio primo libro, “Vennero i giorni”, mi ha onorato non solo della sua presenza (in quell’occasione ci siamo incontrate per la prima volta e, dopo mesi di scambi epistolari, abbracciate come vecchie amiche) ma anche della lettura in portoghese delle poesie da lei tradotte.

Non ci sentiamo da un po’, ma la porto sempre nel cuore, come uno di quegli incontri speciali che solo la poesia può regalare.

Tenho uma máquina de sonhos

escondida sob o travesseiro

sempre pronta a consertar

os danos do destino

Apoio a cabeça

e de olhos fechados,

me faço transportar

até onde a razão

já não me deixa chegar

Em ponta de pé

ou com grandes pisadas

corro para outras vidas desejadas

Pequena compensação

que de manhã me deixa um pouco 

descontente 

Mas ao menos sonhei

o que, noutro modo,

não teria nunca nem provado

E um dia, quiçá,

a realidade será mais rápida que o sonho

para correr atrás das minhas vontades

e eu então daquela máquina

já não terei necessidade

 

Ho una macchina dei sogni 

nascosta sotto il cuscino 

sempre pronta a riparare

i danni del destino 

Poso la testa e ad occhi chiusi 

mi lascio trasportare 

dove la ragione non mi lascia andare 

In punta di piedi

o a grandi falcate 

corro incontro ad altre vite agognate 

È un piccolo risarcimento che al mattino 

lascia un po’ di malcontento 

Ma almeno ho sognato 

quello che altrimenti non avrei mai provato 

E forse un giorno la realtà 

sarà più veloce del sogno a rincorrere i miei desideri 

e di quella macchina non avrò più bisogno

Como dizer que sinto saudades

sem que estas duas palavras

pareçam banais e conhecidas.

Como restituir à palavra “saudade”

de que se abusa sempre, enfraquecendo-a,

o seu real peso específico?

Não é um simples “penso em você”

ou “queria que estivesse aqui”

A saudade é feroz crise de abstinência

que nos arrebenta as entranhas

e leva à desesperação.

E’ uma loucura improvisada

que destroi a razão

e nos faz delirar,

E’ mão que nos agarra o coração

e o espreme sem piedade

como se faz com uma esponja molhada

até reduzí-lo a um músculo árido e enxuto.

E’ um martelo pneumático

que broca os pensamentos.

E quando tudo isso

por um instante se aplaca

é, no tempo que resta,

agulha sutil

que penetra nas pupilas

e escorre sob a pele.

Come posso dire che mi manchi

senza che queste due parole

appaiano banali e scontate?

Come restituire alla parola "mancanza"

di cui spesso si abusa depotenziandola

il suo reale peso specifico?

Non è un semplice "ti penso"

o "vorrei fossi qui"

La mancanza è una crisi d'astinenza feroce

che ti squarcia le viscere

e ti getta nella disperazione

È un'improvvisa pazzia

che annienta la ragione

e ti fa delirare

È una mano che ti afferra il cuore

e senza pietà lo spreme

come si fa con una spugna imbevuta

fino a ridurlo un muscolo arido e asciutto

È un martello pneumatico 

che trapana i pensieri

E quando tutto questo 

per un poco si placa

è per il resto del tempo

un ago sottile

che penetra nelle pupille

e ti scorre sotto la pelle

Sou feita de ti

da tua matéria

do teu sangue

das tuas células

da tua pele

das batidas do teu coração

sincronizadas com as minhas

dos teus pensamentos

tão parecidos com os meus

Crescida no teu ventre

e no teu ventre embalada

mantive-te ligada ao meu

antes que o mármore nos separasse.

Sono fatta di te

della tua materia

del tuo sangue

delle tue cellule

della tua pelle

dei battiti del tuo cuore

sincronizzati coi miei

dei tuoi pensieri

ai miei così simili

Cresciuta nel tuo grembo

e sul tuo grembo cullata

ti ho tenuta stretta al mio

prima che il marmo ci separasse

Desenraíza-me agora

desta terra árida e fria

e planta-me no teu jardim

ao lado da macieira

Serão discretas as minhas raízes

Não pedirei cuidados para germinar

Bastará parares para falar às vezes

sob a sombra das minhas folhas

Escutares os meus desejos

Sou feita de seiva

Seiva vital

Bastará que te deixes amar

É o segredo da vida:

Não freies

Não te contenhas

Não negues

Tudo acaba e morre

Menos o amor.

Sradicami ora

da questa terra arida e fredda

e piantami nel tuo giardino

accanto al melo

Saranno discrete le mie radici

Non richiederò cure per germogliare

Ti basterà ogni tanto fermarti a parlare

all'ombra delle mie foglie

Ascoltare le mie voglie

Sono fatta di linfa

Linfa vitale

Ti basterà lasciarti amare

È il segreto della vita:

Non frenare

Non arginare

Non negare

Tutto finisce e muore

Tranne l'amore

Irmão reencontrado 

na avenida das folhas 

caídas 

perdidas 

Voltam a se reunirem 

as raízes da mesma planta 

de que somos os frutos 

Não as cortou 

as parênteses de distraída 

distãncia 

Em você espelho-me 

e revejo a nossa infãncia 

de lutas e complicidadas 

Vejo a marca dos nossos 

passos 

sobre a avenida 

Naquelas folhas 

naquelas raízes 

está inscrita 

a nossa atávica ligação 

Só tu e eu restamos 

A nós cabe agora sermos 

árvores 

e protegermos os nossos 

frutos.

Fratello ritrovato

sul viale delle foglie cadute

perdute

Si ricongiungono le radici

di quella stessa pianta

di cui siamo i frutti

Non le ha recise

la parentesi di distratta lontananza

In te mi specchio

e rivedo la nostra infanzia

di lotte e complicità 

Vedo le nostre impronte

su questo viale

In quelle foglie

in queste radici

è iscritto il nostro

atavico legame

Siamo rimasti tu ed io

Tocca ora a noi farci alberi

e proteggere i nostri frutti

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