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  • Immagine del redattoreFlavia Novelli

Poesie per la giornata internazionale della donna

Ho scritto spesso poesie che parlano di donne e di donne tratta la raccolta Universi femminili - di vita, violenze e coraggio, pubblicata poco più di un anno fa e presentata alla Casa internazionale delle donne di Roma.


Poesie che parlano della vita, dei problemi e della forza delle donne, di stereotipi di genere, di amori malati, di violenza e femminicidio, di donne migranti.


Nella prima parte sono raccolte poesie che trattano gli aspetti più vari dell’universo femminile: la complessità e la bellezza dell’essere donna; la maternità e la libera scelta di non essere madre; il lavoro e le difficoltà di carriera; i sogni e le passioni dell’età giovanile e della senilità; il rapporto con il proprio corpo e la sessualità; gli stereotipi e i modelli che la società impone alle donne.


La seconda sezione affronta il tema della violenza contro le donne, con poesie (a volte direttamente ispirate dai drammatici fatti di cronaca) che parlano di rapporti sbagliati e pericolosi, di legami che devono essere spezzati, di donne che riescono a tro- vare una via di uscita e di rinascita e di donne a cui quella via di uscita viene sbarrata per sempre.


L’ultima parte è dedicata a quelle sorelle che vengono da lontano, fuggendo da drammi, attraversando altri drammi e, purtroppo, incontrandone altri ancora, una volta giunte nel nostro Paese. Giovani donne meravigliose che, nonostante l’inferno vissuto, sono ancora capaci di sorridere e sperare in un futuro per sé e per i propri figli. Ne ho conosciute. Attraverso la poesia, ho cercato di dar voce alle loro storie.

Perché loro, per me, rappresentano oggi il simbolo della forza delle donne.


Oggi, in occasione della giornata internazionale della donna, condivido alcune poesie tratte da Universi femminili:




Sui nostri corpi da sempre

si consuma nell’ignavia la bufera

Accogliamo i tuoni e la tempesta

che accompagnano il passaggio

del felino predatore nella foresta

Le sue impronte

sul terreno bagnato

non l’hanno mai consegnato

a un giudizio in appello

La legge della natura

lo assolve da ogni accusa

e condanna la preda

allo stigma della mascolina ragione

Finché i cuccioli saranno allevati per predare

ci sarà una preda da immolare

Finché ci lasceremo raccontare come prede da cacciare

non troveremo via d’uscita dalla foresta


***


Ospitiamo innumerevoli donne nel petto

sotto la pelle e le sottane

Sante e puttane

stando al vostro dettame

Mogli e madri puritane

e avventuriere senza legame

Labbra rosse

e calze di lana

Sguardi bassi

e cosce accavallate

Quelle che avete sposate

e le altre

solamente di desiderio consumate

Sarà un duro colpo per voi

quando capirete

che la moglie devota

e l’amante conturbante

sono fatte della stessa carne

Una l’avete inscatolata

l’altra voracemente addentata

Ma se sapeste

quanto entrambe sanno mordere la vita

meglio di voi

vi pieghereste al loro cospetto

battendovi il petto

per il tempo perso a cercare

sotto le sottane

una sola donna alla volta

senza capire

che siamo

un’infinita costellazione

un’indefinibile variazione

della stessa dodecafonica sinfonia


***


Mille volte hai chiesto aiuto

e non sei stata ascoltata

Mille volte hai urlato

e i vicini hanno alzato il volume del televisore

per soffocare le tue grida

Mille volte i tuoi bambini hanno pianto

con la testa sotto il cuscino

Ora non chiedi più niente

sei muta per sempre

Sei solo un altro numero

su una lunga lista

Un altro paio di scarpe rosse

per commemorare

La tua foto

un paio di giorni sul giornale

Il tuo nome

facile da dimenticare

facile da confondere e mischiare

con quello di chi ti ha preceduta

con quello di chi seguirà

su quest’altare sacrificale


***


Non aspettarti da me tutta la verità

Ci sono cose indicibili e inascoltabili

che le mie labbra

non possono pronunciare

Non voglio dirti della Madame

che al villaggio mi è venuta a cercare

promettendomi un futuro

al di là del mare

Le ho creduto

e le ha creduto mia madre

Ero poco più di una bambina

Non conoscevo gli uomini

e il mondo

Sono partita con indosso

solo un sogno sgualcito

che non era neanche il mio

Io sarei voluta rimanere

con mia madre e le mie sorelle

Ma ero la maggiore

e qualcuno le doveva pur aiutare

La Madame ci aveva raccontato

di una famiglia per bene

Si tratta solo di pulire lavare e stirare

Niente che tu non sappia fare

Ma di famiglie per bene

io non ne ho mai incontrate

Mariti e padri per bene

ogni notte

Tanti

Ma prima mi hanno dovuto insegnare

Perché io non lo sapevo com’è che si doveva fare

Su un lurido materasso

mi hanno addestrata

a suon di botte

perché il mio pianto li infastidiva

La Madame guardava e rideva

Dovevo diventare brava

diceva

altrimenti la male sorte avrebbe colpito il mio villaggio

Con i vostri mariti

Con i vostri padri

Tutte le notti

Sul marciapiede

Io sono brava

Loro non fanno domande

E io non parlo

Chiudo gli occhi e conto

A 20 euro a botta

conto

quanti uomini per bene

dovrò soddisfare

per riscattare il mio debito

Per tornare ad essere

forse

un giorno

poco più di una bambina




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