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  • Immagine del redattoreFlavia Novelli

Passaggi diVersi – Appuntamento con la poesia sotto le stelle. Intervista al curatore della rassegna




“I quattro giorni saranno in soffio calati nella notte; le quattro notti avranno presto, in sogni, soffiato via il tempo e la nuova luna, esile arco d’argento teso in cielo, dal cielo veglierà sulla notte dei nostri riti solenni.” William Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate


Immaginate di trovarvi una sera d’estate in una città di mare, arte e cultura, all’interno di una chiesa del XIII secolo, il terreno erboso come pavimento, il cielo stellato come soffitto, accarezzati da una brezza di vento e di poesia. Un sogno che ogni anno diventa realtà l’ultima settimana di giugno a Fano, quando l’ex chiesa di San Francesco ospita la rassegna di poesia Passaggi diVersi del Passaggi Festival – Libri vista mare. Una scenografia unica e suggestiva, quella della chiesa priva di tetto, in cui durante le passate edizioni si sono alternati reading, presentazioni librarie, dibattiti e nomi importanti della scena poetica, fra cui Vivian Lamarque e, quest'anno, Milo De Angelis




Un appuntamento imperdibile per gli amanti della poesia, che quest’anno si è rinnovato, da giovedì 27 a domenica 30 giugno, con quattro serate dense di proposte interessanti. Ad aprire la rassegna, alcuni dei poeti selezionati nel 2018 per il progetto europeo Refest – immagini e parole sui percorsi dei rifugiati, di cui l’Associazione Passaggi Cultura (organizzatrice di Passaggi Festival) è stata partner italiano: Alessandro Anil e Franca Mancinelli, con “Come tradurre la neve. Tre sentieri nei Balcani” (Anima Mundi Edizioni), una raccolta di prose poetiche nate dall’esperienza vissuta in Bosnia Erzegovina e in Croazia; Flavia Novelli con “Universi femminili” in cui racconta in versi le storie di alcune donne migranti conosciute durante la residenza artistica italiana. La seconda serata ha ospitato Fabrizio Lombardo, con la sua ultima silloge “Coordinate per la crudeltà” (Kurumuny), Marco Ferri, (“Uscita secondaria”, Manni Editori), Vito Bonito (“Fabula rasa”, Oedipus) e Vincenzo Bagnoli (“Soundscapes. 33 giri extended play” Carteggi Letterari) che hanno conversato con il critico letterario Enrico Capodaglio. Milo De Angelis, una delle voci più significative della poesia italiana contemporanea, è stato l’attesissimo ospite di sabato 29 giugno. Con lui, sul palco della San Francesco, Roberto Galaverni (La Lettura – Corriere della Sera) e Stefano Semeraro (rivista Versodove). La rassegna si è chiusa domenica con Tommaso Giartosio, (“Come sarei felice. Storia con padre”, Einaudi), poeta, narratore, saggista e uno dei conduttori del programma “Fahrenheit” di Rai Radio 3. Il programma completo è disponibile sul sito di Passaggi Festival.


Passaggi diVersi è curata dal poeta bolognese Fabrizio Lombardo, in collaborazione con la rivista Versodove, di cui lo stesso Lombardo è stato, nel 1994, uno dei fondatori.

1. Fabrizio, come è nata l’idea di inserire uno spazio dedicato alla poesia all’interno di un festival che nasce nel 2013 come primo evento letterario italiano dedicato alla saggistica?

La poesia è un linguaggio capace di raccontare il presente molto meglio di altre scritture. Riesce ad essere immediata e tagliente, ha i tempi e i ritmi necessari al contemporaneo ed è insieme lentezza e riflessione. Descrive noi, i nostri luoghi, i fallimenti dell’ideologia, delle ultime generazioni. È Roversianamente una descrizione in atto. È perfetta per fare da controcanto alla saggistica.

2. Dal 2013 ad oggi, Passaggi Festival ha ampliato molto la sua offerta, aprendosi a contaminazioni con altri generi e linguaggi, dalla narrativa, alla graphic novel, dall’approfondimento scientifico alla saggistica per bambini, affiancando alle presentazioni librarie, laboratori per adulti e bambini, mostre d’arte, concerti. Come immagini il futuro di Passaggi diVersi? A quali contaminazioni si può aprire la poesia?

La poesia, per la sua forma, è certamente facilitata nel contaminarsi con altre arti. La forte carica musicale e ritmica dei versi porta la poesia ad accompagnarsi facilmente con la musica. Ma anche la componente visionaria, l’intensità delle immagini le permette di unirsi e sovrapporsi alla fotografia, alla pittura, alle immagini in movimento. Sarebbe molto bello dedicare una serata alla poesia più contaminata con altre arti. Ad una poesia fatta di campionamenti trasversali agli altri linguaggi. Ne abbiamo parlato in redazione a Versodove e vorremmo ragionarci con la direzione del festival per il 2020.

3. Come poeta, ma soprattutto come direttore operativo di una importante catena di librerie, hai uno sguardo privilegiato sul mercato editoriale. É davvero così di nicchia, come sempre si dice, il settore della poesia?

Il mercato editoriale ha, in generale, un problema di iperproduzione soprattutto rapportato al dato di lettori che abbiamo in Italia. L’editoria cerca sempre il colpo ad effetto. Oggi più che direttori editoriali ci sono manager e responsabili marketing che lavorano cercando di replicare il successo precedente. È un mercato che vive di libri sosia. Questo avviene anche nel micro mercato della Poesia che insegue i poeti web, quelli Instagram che, nel momento in cui cambiano forma e supporto, perdono la loro efficacia. Il problema poi non è solo che la poesia è di nicchia ma il fatto che si trascina dietro una nomea di forma complessa e difficile. In più i poeti sono autoreferenziali, ci si legge a vicenda, si vive in gruppi Ci si scambia libri. Si dovrebbe avere il coraggio di allargare gli orizzonti confrontarsi, fare rete.

4. Pensi che festival e appuntamenti dedicati, come Passaggi diVersi, possano riuscire a stimolare l’interesse per la poesia?

In generale i festival sono momenti in cui il pubblico si avvicina agli scrittori, li incontra, li misura su di se e si avvicina maggiormente ai libri. Sono grandi opportunità di allargamento della lettura. Per un linguaggio ancora da troppi considerato elitario e difficile come la scrittura in versi, permette di incontrare, ascoltare e capire meglio quanto questo linguaggio è cambiato, quanto si è contaminato, quanto la poesia è intrisa di presente e comunica. Oggi più che mai.

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