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L’ho scelta d’impulso, tempo fa, perché a pelle mi aveva colpito e mi piaceva quella scritta così assertiva, “La poesia è liberazione”, senza se e senza ma, senza giri di parole, dubbi o elucubrazioni: è così, è un dato di fatto. E per tutto questo tempo l’ho effettivamente accettato come un paradigma indiscutibile.
Poi stasera, così all’improvviso, rileggendola per l’ennesima volta, a quell’affermazione mi è venuto da incollarci un punto interrogativo. Non un interrogativo dubitativo, ma - diciamo così - “esplicativo”. Mi sono cioè chiesta da cos’è che veramente ci libera la poesia?
La risposta è stata un elenco, non ragionato e non esaustivo, che condivido qui, sperando che qualcuno lo voglia arricchire, contraddire, confermare o smentire.
La poesia ci libera:
Dal cinismo
Dall’indifferenza
Dalla realtà
Dai canoni imposti
Dalle regole
Dall’incomunicabilità
Dalla superficialità
Dalla solitudine
Dall’aridità di sentimenti
Dalla mancanza di empatia
Dal disamore
Dalla distanza
Dall’assenza
Dal vuoto
...
La poesia ci libera. Punto.
Perché è un canto libero. Come quelle canzoni che inizi a canticchiare senza nemmeno averci pensato su...