Amalia Sensi Dicolpa si svegliava ogni mattina di soprassalto al suono, non della sveglia, ma del battito accelerato di quel suo cuore tachicardico che sembrava sempre volerle schizzare via dal petto. Si addormentava ogni notte faticosamente, con la mente infestata da pensieri e preoccupazioni che serravano la porta all’ingresso del sonno. Nel lasso di tempo che intercorreva tra i due eventi quotidiani, Amalia affrontava la sua giornata di donna, moglie, madre e lavoratrice, combattendo affannosamente contro ostacoli, paure e, soprattutto, contro inclementi sensi di colpa che non le davano tregua.
La sensazione di essere perennemente manchevole, nei confronti di sua figlia, di suo marito, del lavoro, era la costante. Manchevole se lasciava sua figlia malata da sola a casa per un improrogabile impegno di lavoro. Manchevole se saltava una riunione per accudire sua figlia. Manchevole se tornava a casa stanca e non aveva voglia neanche di parlare con suo marito. Nei confronti dei suoi genitori oramai non poteva sentirsi manchevole solo perché non c’erano più, ma prontamente intervenivano i sensi di colpa a ricordarle tutte le occasioni in cui avrebbe potuto fare di più per ripagare il loro amore. Manchevole, manchevole sempre, verso tutti, soprattutto verso se stessa, verso le proprie aspirazioni e i propri desideri, messi a tacere per accudire altrui aspirazioni, altrui desideri. Amalia, vittima di troppo amore, donato, sprecato. Amalia che una mattina si è svegliata e si è accorta di non amarsi più. Amalia che ha cominciato ad ascoltare i battiti del suo cuore, ha spalancato la porta e nessuno l’ha vista più.
Pubblicato sul Il Clan delle Femmine il 29 novembre 2021
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