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Immagine del redattoreFlavia Novelli

America non torna più

Aggiornamento: 22 set 2021

di Giulio Perrone



Ho dedicato questo sabato alla lettura dell’ultimo libro di Giulio Perrone: America non torna più, Harper&Collins.


Un libro che ha il dono della leggerezza, nell’accezione più profonda attribuitale da Italo Calvino (leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore. [...] La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l'abbandono al caso) e Paul Valéry (Si deve essere leggeri come l'uccello che vola, e non come la piuma).


È grazie a questa leggerezza costruita con precisione e determinazione, con la volontà attiva di chi ben conosce la forza e la direzione da imprimere al suo volo, che il libro si lascia leggere con fluidità e piacere. Ed è ancora grazie a questa leggerezza se il tempo che gli dedicherete vi scaverà dentro la memoria con delicatezza, raggiungendo senza scossoni quel nocciolo profondo che tutti noi custodiamo dolorosamente.


Perché America non torna più è un viaggio attraverso la perdita, un dialogo con l’assenza, un omaggio tardivo alla presenza più fondante nella vita di ognuno: quella di un genitore.


Con grande coraggio Giulio Perrone riapre il confronto con il proprio padre, assente da oltre vent’anni. E la presenza di questa figura carismatica, enigmatica, forse ingombrante, si fa vivida nelle pagine del libro, tanto da rendercelo familiare, somigliante ai nostri padri. L’autore figlio non si risparmia nel mettere a nudo le proprie mancanze, i propri sensi di colpa, che, anche qui, accomunano quelli che attanagliano tutti i figli nella perdita.

Ma, grazie a quella leggerezza di cui si è detto, Perrone non scade mai nell’autocommiserazione, i sentimenti di dolore e rimpianto non toccano mai le corde del tragico, non sono sovraesposti per indurci a facile commozione, ma sussurrati con delicatezza e pudore.

E se una lacrima a volte prova ad affacciarsi è prontamente ricacciata indietro dalla rievocazione dei surreali e divertenti aneddoti di gioventù che il padre - come il protagonista del film di Tim Burton, Big Fish - era solito raccontare.


Forse i genitori si imparano a conoscere e ad amare solo quando non ci sono più.



Flavia Novelli



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