E della testa
chinata e avvolta
in un panno di cera
non ricordi il volto
solo la nuca pesante
nudamente esposta alla lama
delle tue dita
che un tempo ne accarezzarono
la pelle di cuoio spesso
profumato di tabacco
e ora rabbiosamente graffiano
quella virile assenza
che scivolava d’estate
lungo la schiena sudata
desiderata
amata
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